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In vetrina Monza

Tre ragioni per essere contrari all’assunzione del “Cane antidroga”

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Tramite determina dirigenziale, il Comune di Monza ha deciso ormai due settimane fa di procedere all’affitto di un cane antidroga con relativa persona competente, per operare in seno alla Polizia Locale.

La determina mette a bilancio 5000 € per il servizio. Contando che un’uscita costerà in media 500 € se non di più, è evidente come la sostanza del provvedimento si riduca ad interventi ben sporadici. Ciò non toglie ma forse accresce però il significato politico del provvedimento, che critichiamo per più ragioni, che provo a sintetizzare:

1 – L’impiego dell’unità (di nome e di fatto) in forza alla Polizia Locale pone un problema di indirizzo politico su compiti e funzioni della Polizia Locale da parte dell’Amministrazione: le risposte fornite dall’assessore in questo ambito, atte a sostenere che l’unità verrebbe impiegata perlopiù con il fine di “sondare il territorio” e non con il fine di sovrapporsi al ruolo di altri corpi, ci sembra poco soddisfacente.

2 – Il costo di una singola uscita pare quantomai elevato. Almeno 500 € per 4 ore di servizio, esclusi eventuali straordinari, sono un prezzo alto per la cittadinanza; sopratutto in tempi di crisi come questo, dove il lavoro degli assessorati per la razionalizzazione delle spese è estenuante e i vincoli e i tagli si moltiplicano; sopratutto per degli interventi la cui utilità sociale e per la pubblica sicurezza è assolutamente discutibile.

3 – Cui prodest? Il beneficio per la collettività del provvedimento è alquanto dubbio. In un contesto dove i piccoli consumatori e gli autocoltivatori per uso personale sono criminalizzati e perseguiti da leggi ingiuste, questa decisione e sopratutto le sue prime applicazioni pratiche hanno dimostrato di giocare al facile gioco dell’accanimento su queste fasce, facili da perseguire e da punire, facili da esporre per ricercare aumenti nelle percentuali di sicurezza percepita. La lotta alle narcomafie, ai grandi flussi di spaccio che finanziano e foraggiano le più svariate attività criminali, da questo provvedimento riceverà poco aiuto. Come ben poco aiuto riceverà la causa antiproibizionista che si batte per la legalizzazione delle droghe leggere, per ridare giustizia a tutt* coloro che in questi anni sono stati ingiustamente incarcerati per leggi criminali.

 

Per tutte queste ragioni chiederemo che fra un’anno, con i mano i dati effettivi sull’utilizzo e sui risultati ottenuti da tale unità, si possa aprire un dialogo franco e ad aperto sull’utilità della prosecuzione del servizio