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Mozione: Creative Commons

Oggetto: Sostituzione sul sito del Comune delle note di copyright e utilizzo di licenze “Creative Commons”

Considerati gli esempi virtuosi quali quello del comune di Milano o di Firenze che si è impegnato per il passaggio al software libero, alle licenze aperte ed ai formati aperti.

Considerato che le pubbliche amministrazioni producono grandi quantità di dati in varie forme, molti dei quali pubblicati gratuitamente in modo da poter essere usufruiti dai cittadini sui siti istituzionali (a titolo di esempio: Documenti ufficiali, mozioni, guide, volantini, programmi di eventi ecc.; Dati georeferenziati, mappe, statistiche, ecc.; Materiale Multimediale, fotografie, video ecc.; Materiale prodotto a seguito di convegni o iniziative pubbliche).

Osservato che il sito del Comune di Monza, nella sezione “Note Legali” reca la seguente dicitura:

Tutti i contenuti, cioè testi, loghi, layout grafico, file, tabelle, immagini, video ecc.. e le informazioni presenti all’interno del sito www.comune.monza.it sono protetti e tutelati ai sensi della normativa in materia diritto d’autore, di brevetti, di marchi e di proprietà intellettuale.
Ogni marchio o prodotto riferito a società menzionate nel sito sono di proprietà dei rispettivi titolari e possono essere protetti da brevetti e/o copyright concessi o registrati dalle autorità preposte.
Le informazioni contenute in questo sito sono liberamente riutilizzabili per uso personale e non commerciale, con l’unico obbligo di citare la fonte e non modificare il contenuto. Nulla, neppure in parte, potrà essere copiato, modificato o rivenduto per fini di lucro.
E’ invece vietata la riproduzione del logo del Comune di Monza e di tutti i loghi di sua proprietà o attinenti.

Considerato che secondo la legge sul diritto d’autore – ove in una pubblicazione non sia presente una nota che specifichi gli utilizzi possibili da parte dell’utente – vige la regola più restrittiva, che non permette all’utente nessuna possibilità di copiare, modificare, tradurre, ripubblicare per nessun fine (commerciale o meno) tale pubblicazione;

Considerato che esistono delle licenze così dette Creative Commons che permettono a chi pubblica dei contenuti di mantenere la paternità dell’opera ma allo stesso tempo di poter lasciare libertà di utilizzo in modo flessibile agli utenti.
In particolare, si possono scegliere sei tipi di licenza descritte in ordine crescente di libertà concesse all’utente:
1. Attribuzione, non commerciale, non opere derivate: permette all’utente di riprodurre i contenuti solo per fini non commerciali e senza modificare la pubblicazione originale.
2. Attribuzione, non Commerciale, condividi allo stesso modo: permette all’utente di riprodurre i contenuti e di modificarli per creare opere derivate senza scopi commerciali ma mantenendo la stessa licenza anche per eventuali opere derivate.
3. Attribuzione, non commerciale: uguale alla precedente ma senza l’obbligo di utilizzare la stessa licenza.
4. Attribuzione, non opere derivate: l’utente può ridistribuire immutata la pubblicazione e può cambiarne la licenza.
5. Attribuzione, condividi allo stesso modo: l’utente può ridistribuire e modificare la pubblicazione senza cambiare la licenza.
6. Attribuzione: l’utente può ridistribuire, modificare, cambiare la licenza per qualsiasi scopo anche commerciale);

Considerato che ognuna delle licenze Creative Commons obbliga l’utilizzatore del dato a specificare l’attribuzione (dunque deve citare il Comune di Monza come autore dell’opera originale e non può attribuirsi la paternità di un’opera prodotta dal Comune. Allo stesso modo non può attribuirsi la completa paternità di un’opera derivata senza citare il Comune come autore dell’opera iniziale);

Considerato che lo scopo ultimo del Comune è massimizzare la diffusione e l’accesso alle sue pubblicazioni affinché i cittadini possano accedervi non solo in maniera passiva (ovvero come ricevitori dell’informazione che contengono) ma anche in maniera attiva (ovvero ridistribuendo a loro volta le informazioni su canali diversi e possibilmente migliorandole, arricchendole o cambiandone la veste per essere disponibili su canali inizialmente non previsti);

Considerato che le informazioni sono un bene non rivale ovvero beni la cui fruizione da parte di un individuo non ne impedisce la fruizione di un secondo individuo, permettendo la coesistenza della stessa pubblicazione sia in contesti gratuiti che in contesti commerciali (anche se il Comune dovesse permettere utilizzi commerciali per alcune delle sue pubblicazioni, questo non impedirebbe al cittadino di poter accedere gratuitamente alle stesse pubblicazioni sul sito del Comune stesso; inoltre produrrebbe delle conseguenze positive su un’economia locale basata sulla trasformazione e riproposizione delle stesse per scopi diversi. Si pensi ad esempio alla possibilità di inviare i contenuti in tempo reale su cellulare, oppure di indicizzare i contenuti per categorie di interesse, tutte operazioni che il Comune può non essere interessato a compiere mentre un privato potrebbe compiere anche con scopi commerciali con l’obbligo di riconoscere la paternità delle informazioni pur senza togliere al Comune la possibilità di disporne in qualsiasi modo);

Considerato che nelle Linee guida per i siti web della PA , art. 4 della Direttiva 8/09 del Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione è riportato che:

La pubblica amministrazione, intesa come soggetto unico, è uno di maggiori detentori e produttori di dati. A tutti i livelli amministrativi vengono prodotti ogni giorno dati di diversa tipologia e natura tematica (anagrafici, socioeconomici, catastali, ecc.), così come una consistente quantità [di] contenuti (articoli, rapporti, analisi, norme, ecc.). Questo insieme di informazioni rappresenta un patrimonio comune di conoscenza che, in quanto tale, deve essere messo a disposizione degli utenti e più in generale di tutti gli attori economici e sociali. Nella divulgazione dei dati e dei contenuti prodotti le pubbliche amministrazioni italiane devono considerare: l’eventuale rilascio attraverso licenze l’uso che ne favoriscano la diffusione verso i cittadini e incoraggino il loro riutilizzo presso le imprese;[…] E in seguito: In riferimento alle disposizione normative sopra indicate, diventa necessario per le pubbliche amministrazioni italiane specificare le condizioni di riutilizzo con cui vengono resi disponibili i dati e i contenuti prodotti. In particolare, occorre valutare l’adozione di licenze di utilizzo che permettano di limitare i propri diritti sul copyright rilasciando quindi contenuti a licenza aperta. […] Particolarmente appropriate agli scopi ed al contesto pubblico sono le licenze Creative Commons, in quanto caratterizzate da flessibilità di utilizzo e concepite per consentire agli autori di mantenere il controllo sul proprio lavoro senza limitarne l’utilizzo da parte di altri soggetti, siano essi pubblici o privati;

Considerato che altre pubbliche amministrazioni hanno deciso di utilizzare le licenze Creative Commons per i loro siti, quali ad esempio il sito della Polizia di Stato, del Comune di Padova, del comune di Milano, del comune di Firenze;

Considerato che cambiare l’approccio attuale – esprimibile come “tutti i diritti riservati” – verso un approccio basato su licenze Creative Commons – sintetizzabile con “alcuni diritti riservati” – permette di dare agli utenti la sicurezza di poter riutilizzare alcuni contenuti e nel contempo consente al Comune di scegliere, ove fosse necessario, di applicare una licenza più restrittiva ad alcune pubblicazioni;

Impegna la Giunta

  • Ad operarsi affinché siano sostituite entro brevissimo tempo sul sito del Comune e su altri eventuali siti gestiti dal Comune le attuali note di copyright con la seguente nota: “Ove non diversamente specificato i contenuti di questo sito sono rilasciati con licenza Creative Commons Attribuzione 2.5 ” aggiungendo un collegamento al sito CreativeCommons per i dettagli della licenza.
  • Ad utilizzare per opere di cui non si vuole permettere l’utilizzo commerciale la licenza “Creative Commons Attribuzione, non commerciale” per un periodo di tempo che si ritiene sufficiente per il tipo di opera e comunque non superiore a 2 anni. La nota di copyright dovrà quindi riportare che al termine di tale periodo la licenza da applicare è la Creative Commons Attribuzione.
  • A verificare, attraverso parere degli uffici competenti, come tali licenze possano essere applicate non solo ai prodotti multimediali, ma anche agli altri prodotti editoriali (ad esempio cartacei) prodotti dal Comune.
  • A verificare attraverso parere degli uffici competenti in che modo nell’assegnazione di bandi di concorso o finanziamenti che prevedano come prodotto la produzione di opere dell’ingegno si possano valorizzare con un punteggio aggiuntivo quelle proposte che prevedano l’utilizzo di licenze Creative Commons, in modo da aiutare ad alimentare un’economia basata sulla condivisione invece che sul concetto di “tutti i diritti riservati”.

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