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SEL per l’edilizia sociale nel PII Foscolo: «Recuperiamo le case comunali inagibili»

Destinare 400.000 € derivanti dal PII Ugo Foscolo al recupero delle case comunali non assegnate perché inagibili. Questo il contenuto dell’Ordine del Giorno presentato da Sinistra Ecologia Libertà Monza, sottoscritto anche dalle altre forze di maggioranza, che è stato approvato all’unanimità ed allegato al Programma Integrato d’Intervento. Una garanzia perché i lavori di recupero partano in tempi brevi e certi, seguendo l’iter della delibera.

Difatti, il recupero del patrimonio di Edilizia Residenziale Pubblica inagibile è stato inserito da questa amministrazione nel Piano Triennale delle Opere Pubbliche con un intervento di 1.200.000 €, di cui 400.000 € da reperire nel corso degli anni presso privati. Questo Ordine del Giorno chiede che dal conguaglio versato all’amministrazione di 543.090,40 € per oneri di urbanizzazione sul PII Foscolo, 400.000 € vengano impegnati per dare totale ed immediata copertura all’intera previsione di spesa, garantendo così che anche la quota di ERP inagibile dipendente da finanziamenti privati sia recuperata.

«Un ulteriore passo verso un obbiettivo politico fondamentale: nessuna casa comunale deve rimanere vuota perché inagibile, tutte le case comunali devono essere assegnate a chi ne ha bisogno.» Dichiara Alessandro Gerosa (Sel)  «Ringraziamo la maggioranza che ha co-firmato l’ODG e l’aula che lo ha approvato all’unanimità riconoscendone il valore. Il diritto all’abitare deve guadagnare centralità in ogni intervento urbanistico cittadino e deve divenire uno dei principi guida nello sviluppo delle strategie urbanistiche di lungo periodo, come il Documento di Piano prossimo alla discussione in aula. Come SEL continueremo a batterci sul tema: il prossimo passo sia l’approvazione, speriamo con la stessa unanimità, della nostra mozione per l’autorecupero alla prossima seduta sistematica.»

Odg Ugo Foscolo

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Mozione di Sel sull’Autorecupero: attuiamolo!

Autorecupero degli alloggi inagibili: attuiamolo!

Nel Consiglio Comunale del 19 Gennaio Sel ha presentato una mozione per avviare progetti di autorecupero a Monza. Autorecupero significa permettere ai cittadini che hanno bisogno di una casa di unirsi fra loro e ristrutturare degli immobili inagibili che il Comune possiede ma non riesce economicamente a sistemare.

E’ uno strumento possibile, già realizzato in diverse città italiane fra cui Roma, Napoli, Bologna e Firenze. E’ uno strumento positivo perché risponde alle esigenze economiche e sociali della città, al diritto all’abitare dei Monzesi come ai bisogni a cui l’amministrazione fa sempre più fatica a rispondere a causa della crisi e dell’austerità.

A Monza si è iniziato a discutere attivamente a partire dall’inizio del 2013, quando il Comitato Monzese per il Diritto alla Casa ha lanciato la campagna “Abitare a Monza”, presentando un progetto di autorecupero al Comune di Monza: da allora il dibattito sul tema è proseguito ma non è mai riuscito a concretizzarsi. Presentando questa mozione intendiamo chiedere al Consiglio una presa di posizione a favore del diritto universale all’abitare, per sperimentare forme innovative di edilizia sociale e condivisa.

Sinistra Ecologia Libertà

 

[box type=”shadow”]Mozione: avviare progetti di autorecupero nel patrimonio residenziale pubblico

Premesso che:

Il diritto all’abitare è uno dei diritti fondamentali dell’uomo;

L’amministrazione comunale deve garantire il diritto all’abitare tramite il proprio patrimonio di edilizia residenziale pubblica;

L’attuale patrimonio residenziale pubblico del Comune di Monza risulta ancora insufficiente a soddisfare la domanda espressa dal territorio tramite le apposite graduatorie;

Risulta ancora più urgente, alla luce di tale divario, intervenire su quegli alloggi di edilizia residenziale pubblica non assegnati a chi ne ha diritto perché inagibili;

Diventa necessario davanti alle costrizioni imposte dalla crisi economica e dall’austerità ripensare gli interventi di manutenzione;

Per “auto recupero” si intende il processo di ripristino di unità immobiliari ad uso abitativo attraverso l’apporto di attività manuale da eseguirsi a cura dei futuri proprietari;

 

Considerato che:

L’autorecupero si configura come uno strumento capace di rispondere alle esigenze sia dell’amministrazione sia degli inquilini;

In particolare l’autorecupero permette all’amministrazione di ridurre i costi economici della ristrutturazione, i tempi di assegnazione dei propri alloggi che, rimanendo inutilizzati, sono esposti ad ulteriore degrado e all’occupazione senza titolo, di rendere gli inquilini attori attivi, responsabili e coinvolti nella ristrutturazione dell’alloggio;

È altresì auspicabile avviare sperimentazioni che diano la possibilità (non l’obbligo, naturalmente) di intervenire anche su interventi di piccola manutenzione ordinaria (il cui valore sarà da scalare dal canone di locazione) che contribuiscano a mantenere l’abitazione curata e accogliente.

Rilevato che:

L’autorecupero è nato come processo spontaneo dal basso di gruppi di cittadini riunitisi in cooperative, che hanno autonomamente recuperato stabili ed immobili vedendo in diversi casi riconosciuto il proprio operato tramite l’assegnazione ex-post da parte dell’amministrazione comunale.

Il Comune di Roma ha dato avvio con le Deliberazioni di Giunta Comunale n. 753/2002 e Deliberazione di Consiglio Comunale n. 110/2005 ad un progetto di autorecupero riguardante 11 interventi per più di 197 alloggi;

Il Comune di Bologna con Deliberazione di Consiglio Comunale OdG n. 47/2010 ha dato avvio ad un progetto di autorecupero riguardante 9 immobili di proprietà comunali;

Il Comune di Firenze con Deliberazione Giunta Comunale n. 246/2012 ha dato avvio ad un analogo progetto di autorecupero;

Sul territorio monzese a Gennaio del 2013 è stato presentato dal Comitato Monzese per il Diritto alla Casa all’Amministrazione Comunale un progetto relativo alle pratiche di autorecupero, a seguito del quale in città si è sviluppato un dibattito continuativo anche da parte degli altri attori sociali attenti ed impegnati sul tema;

Il Comune di Monza tramite la campagna “Io lavoro e penso a te” ha avviato un progetto in quattro istituti comprensivi monzesi di assegnazione di fondi direttamente alle scuole per interventi di piccola manutenzione da effettuare con il coinvolgimento di genitori e insegnanti, sperimentando forme di autorecupero nell’ambito dell’edilizia scolastica;

Il Consiglio Comunale impegna la giunta:

  • Ad avviare un progetto di autorecupero riguardante un numero ritenuto congruo di immobili sulla città di Monza;
  • A costituire un tavolo di lavoro con gli attori sociali rilevanti del territorio che permetta una co-progettazione degli interventi;
  • Ad avviare processi di sperimentazione in materia di manutenzione ordinaria degli immobili assegnati.

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Mozione: Promuovere e favorire la musica dal vivo a Monza

Il diritto alla cultura, alla socialità, all’aggregazione, sono tutti temi di cui abbiamo spesso parlato in Consiglio e fuori. Con questa Mozione intendiamo compiere un primo piccolo grande passo concreto per favorire i concerti e la musica dal vivo a Monza, sperando che sia l’occasione per aprire un dibattito ed un ragionamento più complesso sulla produzione culturale e sulla movida in città.

[box type=”shadow”]Visto il D.L. 8 agosto 2013, n. 91, denominato “Decreto Valore Cultura”, convertito con Legge 7 ottobre 2013, n. 112, che al Capo I art. 7 comma 8-bis prevede che per eventi fino ad un massimo di 200 partecipanti e che si svolgono entro le ore 24 del giorno di inizio, la licenza è sostituita da un’autocertificazione (la segnalazione certificata di inizio attività di cui all’articolo 19 della legge n. 241 del 1990).

Considerato che oggi le procedure burocratiche per l’organizzazione di un qualsiasi concerto, anche di modeste dimensioni, sono complesse ed ostacolanti, risalendo addirittura al regio decreto del 18 Giugno del 1931 n. 773 ovvero il T.U. delle leggi di pubblica sicurezza.

Osservato che nel programma di mandato del Sindaco si sottolinea la necessità di rendere la cultura uno dei motori di sviluppo della città.

Valutato che la semplificazione dell’iter burocratico permette la realizzazione di una rete più fitta di concerti ed eventi di modeste dimensioni che favoriscono l’incremento della produzione artistico-musicale della città, l’espressione degli artisti e la loro possibilità di realizzarsi anche economicamente nel proprio lavoro, il diritto ai cittadini, giovani e non, alla socialità e all’aggregazione.

Si impegna la Giunta a:

Dare piena applicazione al D.L. 8 Agosto 2013 n. 91 al comma 8-bis dell’art. 7 Capo I

Predisporre immediatamente la possibilità di consegnare in formato cartaceo l’autocertificazione presso l’Ufficio SUAP del Comune per i casi previsti dal suddetto D.L.

Procedere quanto prima possibile all’adeguamento della piattaforma online del SUAP del Comune di Monza per permettere la compilazione e l’invio in forma telematica dell’autocertificazione

Dare adeguata pubblicità sul sito del Comune e sulla piattaforma del SUAP del procedimento tramite cui disporre della procedura semplificata secondo il D.L. sopracitato.

Alessandro Gerosa – Sinistra Ecologia Libertà

Elio Bindi – Partito Democratico

Silvano Appiani – Lista Città Persone

Vincenzo Traina – Italia dei Valori

Paolo Piffer – CambiaMonza[/box]

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Approvato il #progettorainbow per laboratori contro l’omo/transfobia nelle scuole

Oggi 31 Marzo è stato approvato in Consiglio Comunale la Mozione presentata da Sinistra Ecologia Libertà Monza che chiede di favorire laboratori per una sessualità e una identità di genere consapevole, contro l’omofobia e la transfobia, in particolare tramite il Progetto Rainbow co-finanziato dall’Unione Europea.

Questa approvazione è un passo importante perché l’Amministrazione Comunale si impegni a diffondere nelle scuole di ogni grado laboratori, e in senso più estensivo eventi e iniziative, perché tutt* le/i alunn* nell’età della crescita scolastica possano sviluppare un’identità di genere ed un orientamento sessuale consapevole, perché l’omofobia e la transfobia, anche tramite bullismo, venga combattuto.

La nostra speranza è che questa mozione contribuisca a moltiplicare le iniziative che già oggi insegnanti, professori ma anche associazioni del territorio promuovono nelle scuole.

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Progetto Rainbow, si dovrà ancora aspettare

Ieri si è discussa la nostra mozione per la diffusione del Progetto Rainbow nelle scuole.
Sotto, all’ora 1:35, c’è il nostro intervento di esposizione dell’oggetto.
La discussione, pur con qualche…”caduta di stile” è proseguita fra posizioni favorevoli o contrarie. Interessante il commento del Cons. Villa (Lega Nord), che dopo aver paragonato i cortometraggi del progetto Rainbow ai cartoni usati dalla propaganda nazista per indottrinare i bambini (ascoltabile da tutti nel video dall’ora 2:19), ci accusa di non pensare ai veri problemi delle scuole.
Chissà se il suo Leader Maroni è d’accordo.
Purtroppo non si è riusciti ad arrivare al voto, dunque si proseguirà nella prossima seduta sistematica

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Misure da attuare contro ogni neofascismo

Ho voluto attendere che passasse la “buriana” di questi giorni, prima di pubblicare il testo della Mozione che ho presentato lo scorso Giovedì 7 Novembre dal titolo “Misure da attuare contro ogni neofascismo“.
Prima voglio però ringraziare di cuore tutte le compagne e i compagni, tutti i fratelli e le sorelle che nei giorni scorsi mi hanno espresso vicinanza, affetto e solidarietà; e a tutt* voi che mi avete riempito di calore umano volevo dedicare questa canzone:

 

 

Oggetto: misure da attuare contro ogni neofascismo e contro ogni manifestazione di discriminazione

Questa mozione nasce per iniziativa dei firmatari dell’Appello qui allegato.

Considerato che la galassia dell’estrema destra continua a occupare le pagine di cronaca per le proprie aggressioni e agguati in tutta Europa, come l’assassinio dell’antifascista parigino Clément Mèric e del rapper greco Pavlov Fyssas; in Italia con la strage perpetrata a Firenze dal militante di Casapound Gianluca Casseri, con l’aggressione ai danni di Luca “Zulù” Persico, membro dello storico gruppo napoletano “99 Posse”, da sempre impegnato nella lotta al neofascismo, e, sul nostro territorio, con le intimidazioni subite da Saverio Ferrari, direttore dell’Osservatorio Democratico sulle Nuove Destre unito al moltiplicarsi di manifestazioni e raduni neofascisti e neonazisti; nella nostra città con alcune aggressioni, con l’imbrattamento dei murales di Via Rosmini, realizzati dal Centro Sociale Foa Boccaccio e dedicati ai partigiani Salvatrice Benincasa ed Enrico Bracesco, nella notte tra l’11 e il 12 febbraio 2012 – circostanza nella quale venne fatta esplodere anche una bottiglia incendiaria-, con numerose scritte di stampo neofascista e con svastiche disegnate sui muri della Biblioteca Civica, luogo della cultura e dei saperi, e da ultimo l’episodio di intimidazione ai danni di persone di colore nel sottopasso Rota-Grassi, allo scopo di, affermano coloro che hanno compiuto il gesto, “nazificare un po’ Monza”.
Valutato che a Monza esistono almeno tre associazioni di chiara ispirazione fascista: Lealtà e Azione, stabilitasi in via Dante due anni fa, che tenta di creare intorno a sé un clima di relativo silenzio pubblico, rotto però dalle continue segnalazioni delle forze antifasciste e non ultimo anche dal Sindaco Scanagatti che ha rifiutato di concedergli l’uso della Sala comunale Maddalena; Forza nuova, i cui militanti si sono spesso presentati in città sotto le spoglie dell’associazione Leone Crociato; CasaPound Monza, che seppur presente dal 2008, ha avuto scarso successo e ha effettuato una sola fallimentare uscita pubblica durante la campagna elettorale per le Politiche 2013.
Osservato che l’Osservatorio Democratico sulle Nuove Destre ha realizzato un dossier nel quale sono contenute approfondite informazioni concernenti l’attività, i riferimenti ideologici, la presentazione pubblica delle organizzazioni neofasciste e neonaziste presenti sul territorio.
Reclamato che la XII Disposizione Transitoria e Finale della Costituzione della Repubblica Italiana, sorta dalla lotta partigiana antifascista, vieta la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. Che la legge n. 645 del 1952, legge Scelba, proibisce esplicitamente richiami all’ideologia nazi-fascista, e la legge n, 205, del 1993, legge Mancino, vieta la manifestazione di atteggiamenti di discriminazione razziale, etnica, religiosa o sessuale.
Viste le sentenze della Corte di Cassazione – V sezione penale n.11 del 8 gennaio 2010 su Forza nuova e n. 40111/13 del 27 settembre 2013 su CasaPound

Si impegna la Giunta e il Sindaco a:
Individuare le forme e le modalità più efficaci per impedire secondo tutti i propri mezzi che le organizzazioni neofasciste abbiano agibilità politica sul territorio cittadino, in particolare nell’ambito delle occupazioni di suolo pubblico con gazebo da parte di associazioni o partiti che non si riconoscono nei valori antifascisti della Costituzione.
Coordinarsi con il Prefetto affinché vi sia una più severa applicazione della legge n. 645 del 1952 (legge Scelba) e della legge n, 205 del 1993 (legge Mancino). A promuovere, direttamente quando possibile, azioni legali in caso di violazione delle suddette leggi sul territorio comunale.
A farsi carico del mantenimento della memoria storica della Resistenza e delle origini antifasciste della Repubblica Italiana, con iniziative culturali in collaborazione con le scuole di ogni grado, e nei luoghi di aggregazione.
A sensibilizzare la cittadinanza monzese sui nuovi fascismi in particolare sul nostro territorio, con particolare attenzione alle fasce più giovani più esposte al fascino della mitologia neofascista.

Alessandro Gerosa – Sinistra Ecologia Libertà Monza

APPELLO per MONZA ANTIFASCISTA
La recrudescenza del fenomeno neofascista in atto in Europa è ormai giunta al culmine con l’assassinio degli antifascisti Clément Méric a Parigi nel giugno di quest’anno, e di Pavlos Fyssas ad Atene in settembre per mano di un militante dell’organizzazione neonazista Alba Dorata, cresciuta nel contesto della grave crisi economica e sociale e grazie alle connivenze con settori della Polizia greca.
In Italia la ormai ventennale propaganda omofoba, xenofoba e razzista e la riabilitazione di figure legate al ventennio fascista con l’intitolazione di targhe, strade e monumenti ad opera di partiti che siedono nelle Istituzioni locali e nazionali, ha favorito il proliferare di organizzazioni di estrema destra, con l’inevitabile strascico di manifestazioni e provocazioni.
Solo in Lombardia dall’aprile di quest’anno si sono tenuti ben quattro eventi dichiaratamente fascisti.
Ultimo in ordine di tempo il festival Boreal a Cantù in uno spazio pubblico inspiegabilmente concesso da un sindaco di area democratica a Forza Nuova, organizzazione che, dopo la sentenza della Corte di Cassazione del 2010 n. 11, dovrebbe essere al bando nel nostro Paese! A Monza sono presenti almeno tre associazioni di chiara ispirazione fascista. Lealtà Azione, stabilitasi in via Dante due anni fa, ha recentemente ospitato un’iniziativa con un veterano della Decima MAS che, al fianco dell’alleato nazista, compì eccidi di civili e partigiani tra il ’43 e il ’45. Forza Nuova, rappresentata in città da Leone Crociato, spesso in piazza con banchetti contro gli immigrati (i volti dei suoi militanti nelle foto pubblicate sul loro blog, sono sempre mascherati con il teschio simbolo delle SS). CasaPound, i cui militanti si autodefiniscono “fascisti del III° millennio”, presente a Monza dal 2008.
Come in passato questi gruppi strumentalizzano la crisi economica e sociale e il crescente disagio dei giovani e dei cittadini indicando il “nemico” da battere nell’immigrato, alimentando un clima di intolleranza e di conflitto tra poveri.
Le forze politiche e le associazioni democratiche di Monza sono risolutamente impegnate a contrastare presenza e attività di queste organizzazioni e rivolgono questo appello alla città, alle donne e agli uomini della cultura, dell’arte e della politica affinché cada il muro dell’indifferenza, già fonte nel passato di pericolose derive.
Medesimo impegno può e deve assumere la nostra Amministrazione Comunale alla quale chiediamo, nel rispetto della nostra Costituzione conquistata – è bene ricordarlo – con il sacrificio di tanti partigiani e antifascisti caduti e deportati anche nella nostra città, di inserire nel regolamento per la concessione degli spazi pubblici, il requisito “ANTIFASCISTA”.
Monza, settembre 2013

FIRMATARI
A.N.P.I. (Associazione Nazionale Partigiani Italiani) – Sezione “Gianni Citterio” – Monza
A.N.E.D. (Associazione Nazionale Ex Deportati) – Sezione Monza Sesto San Giovanni
ARCI SCUOTIVENTO – Monza
Giovani Comunisti – Monza
PRC – Partito della Rifondazione Comunista – Circolo “Peppino Impastato” – Monza
SEL – Sinistra Ecologia e Libertà – Circolo di Monza
Partito Democratico – Monza
Comitato Beni Comuni – Monza e Brianza
Comunisti Italiani – sezione “Emilio Acerbi” – Monza
Partito Comunista dei Lavoratori – Monza Brianza

ADESIONI
Città Persone Lista Civica Faglia
UDS Unione degli Studenti
Centro Culturale Ricerca CCR
Osservatorio Democratico sulle nuove destre
Associazione Culturale NOVALUNA
Comitato per il Parco “A. Cederna”
Comitato “La Villa Reale e’ anche mia”
Partigiani Cristiani
Coordinamento Inquilini Alloggi Comunali
Azione Civile Monza Brianza
CGIL- CISL- UIL Monza Brianza
Associazione Culturale San Fruttuoso
Osservatorio Antimafie Monza Brianza
Moderati Ecologisti
Associazione LIBERA Monza Brianza
Italia Nostra
Legambiente Circolo “Alexander Langer”
Il “Villaggio Globale”

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Mozione: Sostegno al percorso “Expo dei Popoli”

Il Consiglio Comunale:
Osservato che expo 2015 si dovrebbe qualificare come spazio pubblico di elaborazione e proposta sui temi della sovranità e sicurezza alimentare, di giustizia ambientale e di uno sviluppo locale rispettoso delle identità culturali, in particolare secondo gli indirizzi degli obbiettivi di sviluppo del millennio ONU e del Manifesto “Expo dei popoli” sottoscritto da svariate associazioni e ONG;
Auspicato che la programmazione delle attività nell’ambito di expo 2015, all’interno e all’esterno della Cascina Triulza, sia assolta attraverso una corretta relazione di dialogo e dibattito tra Istituzioni e il mondo associazionistico;
Ritenuto che le proposte che emergeranno in ambito dell'”Expo dei Popoli”, debbano trovare riconoscimento da parte delle istituzioni a livello italiano, europeo e internazionale;
Rilevato che il Comune di Milano ha dato il proprio sostegno al percorso “Expo dei Popoli”, deliberato con la Mozione n. 53 approvata dal Consiglio Comunale in data 14/1/2013;

Impegna il Sindaco e la Giunta:
A sostenere il “Manifesto expo dei Popoli” e il percorso del relativo Comitato nonché la realizzazione dell’assemblea expo dei Popoli che, in concomitanza o a ridosso dell’Assemblea delle Nazioni Unite che dovrà valutare i risultati della Campagna del Millennio e definire le successive strategie, si svolgerà nel 2015 con l’obbiettivo di discutere le politiche di sviluppo e di lotta alla povertà e far giungere a tutti i gioverni riuniti alle Nazioni Unite le proposte dei popoli del mondo;
A garantire la disponibilità della città di Monza ad ospitare eventi promossi da “Expo dei Popoli”, ad esempio nel sito della Villa Reale di Monza, sede di eventi istituzionali e di rappresentanza, oppure in altre strutture di adeguato valore e rilevanza sul territorio cittadino;
A diffondere contenuti e spirito del Manifesto di Expo dei Popoli nell’ambito delle iniziative organizzate verso l’Expo 2015;
A coordinarsi con tutte le istituzioni interessate, a livello regionale e governativo, per vigilare affinché il palinsesto delle attività culturali della società civile nell’ambito di expo 2015 venga definito in modo aperto, democratico e nell’interesse generale;

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Mozione: Realizzazione di politiche di Co-Housing

Mozione: Realizzazione di politiche di Co-Housing

Premesso che:

– Il termine Co-Housing significa letteralmente “coabitare” e viene utilizzato in riferimento a una particolare forma di vicinato, dove singoli, coppie di giovani o anziani, intere famiglie vivono in complessi residenziali composti da appartamenti privati e da ampi spazi destinati all’uso comune. Oltre al tema della condivisione di spazi comuni, il co-housing è un modello abitativo in cui ricostruire legami sociali e nuove forme di abitare collettivo, contribuire alla qualità delle pratiche di vita quotidiane soddisfacendo i bi-sogni di socialità della cittadinanza, quali ad esempio l’accudimento dei bambini, degli anziani, la cura dell’ambiente, la manutenzione ordinaria degli edifici e la collaborazione con la municipalità.

– Il Co-Housing rappresenta un potenziale scarto culturale nell’attuale logica residenziale, quello di promuovere i principi di solidarietà, dialogo, meticciamento e coesione sociale finalizzati al benessere e alla sicurezza dei cittadini; prevenire il disagio, fino alle patologie individuali e collettive, derivante dalla solitudine connotante in termini sempre più critici la società individualista odierna; favorire forme di razionalizzazione dei consumi legati alla scelta consapevole di condividere spazi e servizi in uno spirito collettivo di mutua solidarietà; privilegiare l’impegno civile volontario e gratuito che rappresenta una importante risorsa per la collettività se favorito ed incentivato.

Considerato che:
– Nelle nostre società occidentali si è affermato un modello nucleare di famiglia sempre più chiusa nel proprio guscio e sempre maggiormente individualista, disgregante le reti parentali e sociali;
– Una crisi del modello di welfare pubblico esistente, perdurante da alcuni decenni, ha comportato un crescente abbandono delle famiglie nella gestione delle criticità sociali, nonché l’affievolimento delle pratiche di coesione sociale.

Rilevato che:
– Il Documento d’Inquadramento approvato dal Consiglio Comunale possiede le finalità, in particolare: di risanamento e riqualificazione al fine della dotazione di servizi nei quartieri oltre che di servizi generali urbani e allo scopo; di realizzare opere di interesse pubblico, anche esterne al perimetro dei singolo PII, in forma singola o associata, aree e opere in genere individuate nel Piano dei Servizi vigente e nel Programma delle Opere pubbliche, comprese opportunità di edilizia pubblica o convenzionata in affitto e in proprietà anche nelle varie forme di housing e cohousing.

Riscontrato che:
– Ad oggi, non risulta che le passate amministrazioni Monzesi abbiano mai preso in considerazione questo importante strumento di partecipazione, per rigenerare usi civici del patrimonio municipale, in grado di favorire, per l’appunto, socializzazione e legami di collaborazione tra cittadinanza e municipalità.

– Le linee guida proposte nel Documento d’Inquadramento recentemente approvato delineano una strategia di recupero e riqualificazione delle aree già urbanizzate, dismesse o sottoutilizzate, come modello per uno sviluppo sostenibile centrato sul riciclo e sul consumo zero di suolo.
– L’elaborazione del Documento d’Inquadramento ha rappresentato un passaggio chiave ed intermedio di forte indirizzo politico in preludio alla elaborazione del futuro Documento di Piano, che andando a costituire parte integrante del Piano di Governo del Territorio vigente dovrà trovare sintesi al proprio interno delle nuove esperienze ed indirizzi urbanistici, anche rispetto al tema centrale dell’impiego strategico del patrimonio immobiliare pubblico.

Osservato che:
– Appare oggi evidente la necessità di valorizzare soluzioni capaci di coniugare le politiche residenziali urbane con la produzione di socialità dal basso, producenti un contributo concreto alla qualità di vita quotidiana.

Riscontrato che:
– La realizzazione di forme di Co-Housing residenziale all’interno del tessuto urbano permette di costituire nuovi nodi facilmente incorporabili nel reticolo di sostegno sociale cittadino, capace di incrementare la sinergia sistemica della rete, rigenerare sistemi di welfare locali e protezione sociale, prevenire fenomeni di bullismo ed emarginazione sociale, diventare risorsa e scambio cooperativo per il contesto in cui si installa.

Valutato che:
– Il Co-Housing possa diventare per le amministrazioni pubbliche uno strumento per rigenerare usi civici del patrimonio municipale, favorendo la ricostituzione di legami sociali e di nuove forme di abitare collettivo e collaborativo di interesse territoriale, creando spazi verdi pubblici autogestiti, mettendo a disposizione sale e servizi comuni a disposizione dei cittadini (asili, palestre, biblioteche).

– Il Co-Housing agevoli la municipalità riducendo le necessità ed i costi in termini di sistema di welfare comunale (i.e. giovani coppie, anziani etc.), di interculturalismo e coesione sociale, di investimenti per la sicurezza urbana. Favorisca inoltre un maggiore coordinamento della pianificazione urbana.

Si impegna la giunta a:
– Valutare l’inserimento di interventi di Co-Housing nei piani attuativi dei Piani d’Intervento Integrato previsti tramite il Documento d’Inquadramento approvato.
– Inserire nel futuro PGT il Co-Housing come prospettiva abitativa all’interno del comparto di edilizia sociale
– Prevedere alcune occasioni per interventi di cohousing e di autocostruzione con finalità di
“sperimentazione”. A fronte di un riscontro positivo potrà essere aumentata automaticamente l’offerta abitativa grazie alla loro valenza di standard urbanistici, se a prezzi e requisiti convenzionati, che ne permettono la realizzazione in ogni area prevista come area standard dal Piano dei Servizi.

Alessandro Gerosa – Sinistra Ecologia Libertà

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Progetto RAINBOW, contro omofobia e transfobia

Nel Consiglio Comunale di Giovedì 9 Maggio ho presentato come primo firmatario la mozione “Politiche per la diffusione del progetto Rainbow”.
La Mozione, firmata anche dai Consiglieri Laura Morasso e Elio Bindi, impegna la giunta ad attivarsi in prima persona per favorire l’impiego, all’interno degli istituti elementari e medi inferiori, del “playful toolkit“, contenuto nel progetto “RAINBOW – Rights Against INtolerance: Building an Open-minded World“, e a impegnarsi a sollecitare la Provincia per la medesima applicazione nelle scuole medie superiori.
Sotto il testo della Mozione, per chiunque volesse informarsi più approfonditamente il link al progetto è www.rainbowproject.eu/

– Preso atto che secondo la Carta dei Diritti fondamentali dell’Uomo dell’Unione Europea, vincolante gli stati membri dell’UE al pari di un trattato, all’art. 21, “È vietata qualsiasi discriminazione basata su ragioni di sesso, razza, colore, origine etnica o sociale, caratteristiche genetiche, lingua, religione o convinzioni personali, opinioni politiche o di altra natura, appartenenza ad una minoranza nazionale, proprietà, nascita, disabilità, età o orientamento sessuale”;
– Visto che il Parlamento Europeo, nel testo finale della Risoluzione sull’omofobia in Europa del 18 Gennaio 2006, “sollecita vivamente gli Stati membri e la Commissione a intensificare la lotta all’omofobia mediante un’azione pedagogica, ad esempio attraverso campagne contro l’omofobia condotte nelle scuole, le università e i mezzi d’informazione, e anche per via amministrativa, giudiziaria e legislativa”;
– Presa visione dei cosiddetti “Principi di Yogyakarta” in relazione all’orientamento
sessuale e all’identità di genere, stilati da una commissione formata dall’International Commission of Jurists, l’International Service for Human Rights e 29 esperti internazionali di normative sui diritti umani. In tali principi, che pur non costituendo norme vengono già citati da numerose istituzioni ONU o Tribunali Internazionali, nonché da atti del Consiglio d’Europa (vedi sotto), si afferma nel principio numero 16 che “Ogni individuo ha diritto all’istruzione, senza discriminazioni sulla base della, e tenendo conto del, orientamento sessuale e identità di genere”, e dunque che gli stati dovrebbero realizzare conseguenti 8 raccomandazioni in materia;
– Appurato che il Commissario del Consiglio d’Europa per i Diritti Umani, nell’Issue Paper “I Diritti umani e l’Identità di Genere”, presentato il 29 Luglio 2009 a Copenaghen, redatto a partire dai Principi di Yogyakarta, al punto 5 “Raccomandazioni agli stati membri del Consiglio d’Europa” recita al comma 1 “I Princìpi di Yogyakarta sull’applicazione dei Diritti Umani internazionali in rapporto all’Orientamento Sessuale e all’identità di Genere dovrebbero essere utilizzati come guide per l’attuazione a livello nazionale in questo campo”, al comma 7 “Preparare ed applicare politiche per combattere la discriminazione e l‘esclusione incontrata dalle persone transgender sul mercato del lavoro, nell’educazione e nell’assistenza sanitaria” ed al comma 9 “Affrontare esplicitamente i diritti umani delle persone transgender e la discriminazione basata sull’identità di genere tramite educazione in merito ai diritti umani e programmi di formazione, o altresì campagne informative”;
– Verificato che dall’unica ricerca dell’Istituto Nazionale Statistica in Italia sull’omofobia, pubblicata nel 2011, si evince che le persone omosessuali/bisessuali che dichiarano di aver subito discriminazioni all’interno delle proprie attività formative costituiscono il 24% del campione, contro il 14,2% del campione nel caso di persone eterosessuali; più specificatamente in merito al fenomeno del bullismo omofobico secondo i dati della linea telefonica Gayhelpline il 35% delle richieste di aiuto proviene da ragazzi omosessuali vittime di bullismo a scuola; secondo “Schoolmates”, la ricerca europea curata in Italia dall’associazione Arcigay e con il contributo del Ministero del Lavoro, Salute e Politiche Sociali tra il 2009 e il 2010, su un campione di 860 studenti e 40 docenti di scuola superiore, il 53% degli studenti delle scuole superiori sente a scuola offese omofobe, oltre il 10% assiste ad aggressioni o derisioni di compagni ritenuti omosessuali, i due terzi degli studenti che frequentano la scuola secondaria superiore hanno udito epiteti omofobi e prese in giro nei confronti dei maschi e per uno studente su cinque queste espressioni fanno parte della vita scolastica quotidiana; uno studente su tredici ha assistito almeno una volta, nell’ultimo mese, ad aggressioni omofobe di tipo fisico (da calci e/o pugni, fino a molestie sessuali); il 20% dei ragazzi ha commesso almeno un atto riconducibile al bullismo omofobico, mentre il 4% dichiara di essere stato vittima di aggressione; infine, il bullismo che colpisce le studentesse lesbiche, ancorché preoccupante, è riportato in percentuali minori.
– Considerato che tali dati evidenziano l’arretratezza del mondo della formazione italiano rispetto agli obbiettivi richiesti dalle organizzazioni internazionali e dall’Unione Europea, in quanto viene generalmente proposta e suggerita una prospettiva saldamente eteronormativa; che vi è una mancanza di educazione relativamente ai temi della sessualità e dell’omosessualità che può essere anche imputata al rimbalzo di responsabilità tra famiglia e scuola nel farsene carico.
– Valutato che nei casi in cui si riscontri una disponibilità delle scuole a introdurre i temi della
sessualità e omosessualità, sia utile se non necessario un supporto formativo, non solo per gli studenti ma anche per gli insegnanti, che possono avere difficoltà nel trattare il tema.
– Riscontrato che il progetto “Rainbow – Rights Against INtolerance: Building an Open-minded World”, realizzato a livello europeo da una rete di associazioni lgbtqi con il co-finanziamento del Programma dell’Unione Europea per i diritti fondamentali e la cittadinanza, intende promuovere i diritti dei bambini e dei giovani ad una identità di genere ed un orientamento sessuale consapevoli, e combattere l’omofobia e la transfobia; che si indirizza in quanto tale ai lavoratori nel campo della formazione (insegnanti ed educatori), ed ai bambini e giovani che sono i principali beneficiari del mondo della formazione.
– Osservato che il progetto Rainbow si compone di due strumenti, un “educational toolkit” ed un “playful toolkit”, relativi ad ambiti della formazione formali ed informali; che è corredato da un ampio report delle due fasi preparatorie del progetto, una teorica e l’altra di lavoro sul campo, in merito all’omofobia e la transfobia in Europa ed in Italia e alle normative e alle politiche in essere per combatterla, in particolare nel campo della formazione ed educazione, che possono fornire un utile strumento di supporto e approfondimento ai toolkit.
– Rilevato che l’”educational toolkit” si compone di nove cortometraggi sul tema abbinati ad una serie di laboratori e attività didattiche da svolgere a cura degli insegnanti, divisi per fasce d’età dai 6 ai 16 anni, in maniera tale da poter essere impiegato correttamente in ogni grado scolastico dalle elementari alle scuole medie superiori; che il “playful toolkit” può essere impiegato in ambienti informali a cura di educatori o anche in forma autogestita

Si impegna la giunta
– A diffondere la conoscenza del progetto all’interno degli istituti scolastici monzesi, ad esempio con eventi mirati con il corpo docenti, finalizzati all’impiego del “educational toolkit” nelle scuole elementari e medie inferiori; a invitare la Provincia ad adottare analoghe iniziative negli istituti medi superiori.

Alessandro Gerosa – Sel
Elio Bindi – Pd
Laura Morasso – CP

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In Consiglio Monza Mozioni

Ordine del Giorno: L’edilizia sociale fra le priorità nella pianificazione dei nuovi Pii

Il testo dell’ordine del giorno approvato e quindi allegato al nuovo Documento d’Inquadramento:

Ordine del Giorno: L’edilizia sociale fra le priorità nella pianificazione dei nuovi Pii

Il Consiglio Comunale

Valutata la proposta di Documento di Inquadramento.

Considerata l’opportunità di migliorare il tessuto urbano Monzese anche in termini di maggiore dotazione di standard di qualità.

Rilevata la proposta di includere anche l’edilizia residenziale sociale tra le funzioni
conteggiabili come standard di qualità.

Sottolineato che tale criterio di priorità, oltre che incrementare il patrimonio del Comune, risponderebbe alla forte domanda di alloggi popolari espressa dalla città (oltre 700 domande).

IMPEGNA LA GIUNTA

A stabilire tra le priorità, nella pianificazione dei nuovi Programmi Integrati di Intervento, l’edilizia residenziale sociale, tramite la cessione da parte degli operatori al Comune
di aree su cui realizzare edilizia a canone sociale o moderato, oppure quote di edifici, oppure opere edilizie di risanamento di alloggi comunali esistenti.

Alessandro Gerosa – Sinistra Ecologia Libertà