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In Consiglio In vetrina Interventi Monza

In sostegno alle educatrici precarie

Giovedì scorso, come tutti i Consiglieri Comunali, ho ricevuto una lettera da parte delle educatrici precarie che hanno partecipato al bando “fallimentare” del Comune di Monza.

Ho ritenuto doveroso rispondere subito oltre che con la mia solidarietà e vicinanza con la richiesta di poter leggere la loro lettera in Consiglio, che contiene oltre a diverse domande puntuali sul bando oggetto della discordia una serie di domande più generali ma altrettanto puntuali sulla loro condizione precaria.

Lunedì in Consiglio Comunale i posti per il pubblico, normalmente desolatamente vuoti, sono stati invece riempiti da una quarantina di donne e ragazze, molte giovanissime, che hanno prima consegnato la lettera a tutt* le/i Consiglieri e poi hanno presenziato alla fase preliminare.

C’è stato sul tema un ampio dibattito aperto dalla mia lettura della lettera, ed il primo piccolo risultato è la volontà di ascolto confermata da tutti i capigruppo: martedì prossimo ci sarà una audizione da parte di una delegazione di educatrici davanti ai capigruppo, in cui potranno esporre a voce le loro ragioni, a cui parteciperà anche l’assessore Montalbano.

E’ evidente che vi sono due piani distinti da affrontare: il primo è comprendere dove e perché il concorso precedente abbia fallito affinché quello di Marzo sia giusto ed equo, verificare tutti i possibili profili di irregolarità del concorso denunciati e sopratutto garantire l’accesso al nuovo concorso senza ulteriori oneri e difficoltà; il secondo è affrontare la questione e le problematiche più generali poste dalla loro condizione precaria, al netto e oltre i limiti noti limiti normativi.

L’unica certezza è che come gruppo consiliare di Sinistra Ecologia Libertà saremo sempre al loro fianco, come a fianco di chiunque sia sfruttato per la propria condizione precaria, facendo quanto in nostro potere per renderci utili.

 

Il nostro intervento in Consiglio Comunale

 

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In Consiglio In vetrina Interpellanze e Interrogazioni

Interrogazione e risposta su Federalismo demaniale

Riporto mia interpellanza presentata oggi in Consiglio e la celere risposta dell’Assessore Marrazzo.

Interrogazione urgente: Federalismo demaniale e acquisizione di beni immobili

Visto il decreto legislativo 28 maggio 2010, n. 85, le cui procedure sono state di recente semplificate in forza dell’art. 56 bis del D.L. 21 giugno 2013 n. 69, convertito in legge con modificazioni dalla Legge 9 agosto 2013 n. 98, ossia del federalismo demaniale.
Considerato che, dunque, Il 30 novembre si chiuderà la  finestra entro cui gli enti locali possono presentare domanda all’Agenzia del demanio per l’acquisizione a titolo gratuito di beni immobili dello Stato.
Osservato che dall’elenco dei beni suscettibili di trasferimento disponibile online dal sito www.federalismodemaniale.anci.it risulta che a Monza esiste un’immobile suscettibile di trasferimento.
Valutato che l’acquisizione di beni immobili demaniali appare auspicabile ed in linea con le linee programmatiche della giunta in merito alla valorizzazione del territorio e la creazione di spazi-bene comune.

Si interroga l’assessore competente:
– Se il Comune di Monza abbia presentato domanda all’Agenzia del Demanio per l’acquisizione a titolo gratuito del suddetto bene.

Alessandro Gerosa – Sinistra Ecologia Libertà Monza

L’Assessore ha risposto puntualmente:
A Monza esiste un immobile suscettibile di trasferimento inserito nella lista dal Demanio, ovvero la scuola materna della “Parrocchia San Biagio” di via Manara 10. La scuola materna è stata edificata con contributo statale nel 1962 grazie ad una legge varata dallo Stato, e conseguentemente lo Stato era proprietario dell’immobile per il 40%. L’Amministrazione interessandosi della questione in previsione dell’acquisizione della quota dell’immobile ha rilevato però che, nei venti anni seguenti alla costruzione, la Parrocchia ha provveduto a riacquistare le quote possedute dallo Stato secondo quanto previsto dalla medesima legge. Dunque il Comune, suo malgrado, non ha potuto procedere a riacquistare una quota dell’edificio che non era più di proprietà dello Stato, nonostante comparisse nell’elenco.